Sport Senza Frontiere. Anche l’Anver tra i partner del progetto ForGood
Sport Senza Frontiere. Presentati i risultati del progetto ForGood tra cui ha partecipato anche il Poliambulatorio Anver
Lo sport come strumento di contrasto alla povertà infantile, ma anche come mezzo di inclusione sociale.
Sono stati presentati lo scorso 29 maggio, presso il Salone d’onore del CONI i risultati del progetto biennale “ForGood. Sport è benessere”, promosso da “Sport Senza Frontiere Onlus”.
Obiettivo del progetto, a cui ha partecipato anche l’Ambulatorio Polispecialistico Anver per l’area medico-sanitaria, quello di dimostrare come lo sport possa essere un valido strumento per contrastare la povertà infantile, intensa non solo dal punto di vista economico ma anche educativo e relazionale.
Il progetto che si è svolto in quartieri marginali di grandi città come: Milano, Roma, Napoli e Buenos Aires; ha coinvolto 22 gli enti socio assistenziali e sanitari coinvolti, 504 i bambini inseriti nelle attività sportive e seguiti per 2 anni, 126 le società sportive dove hanno potuto praticare 30 diverse discipline sportive, più di 1000 le visite mediche effettuate e 3 le università coinvolte.
Nel nostro centro sono passati una cinquantina di bambini, con un’età compresa tra i 7 e i 14 anni, che tra settembre ed ottobre 2016, si sono sottoposti a screening attitudinali per le attività sportive, attraverso visite nutrizionistiche e cardiologiche.
Questi screening pediatrici, che sono rientrati nella seconda fase del progetto, che hanno permesso a molti bambini di poter usufruire, anche per la prima volta, di una visita medica approfondita.
Da un lavoro congiunto con altre realtà è stato possibile lavorare in rete in un sistema socio-educativo-sportivo, in cui è emersa l’importanza di un’azione di prevenzione, tutela della salute e reinserimento sociale.
Anche l’Università di Tor Vergata ha affiancato il progetto elaborando il protocollo relativo allo screening sanitario e analizzando i risultati delle visite mediche effettuate. Importante è stata anche la collaborazione con la Fondazione dell’Università del Foro Italico che attraverso il suo Centro di Medicina dello Sport ha svolto le visite mediche su Roma, mentre del comitato tecnicoscientifico di Sport Senza Frontiere fa parte il Prof. Fabio Bocci, docente di Pedagogia speciale, Dipartimento Scienze della Formazione, Università Roma Tre. Il progetto ha permesso di affiancare al lavoro socio-educativo-sportivo, che costituisce lo strumento di intervento principale di Sport Senza Frontiere, un’azione di prevenzione e tutela della salute dei bambini e delle famiglie. Il modello di intervento elaborato, incentrato sulla costituzione di reti di prossimità sul territorio, è stato studiato per contrastare il “drop out” sportivo e favorire il processo di inclusione del bambino.
Come Anver siamo molto felici, oltre che onorati, di aver preso parte a questo importante progetto che denota come in un approccio integrato lo sport possa diventare traino per le politiche di welfare.
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