Ortopedia pediatrica. Controlli clinici regolari a partire dai tre anni
Ortopedia pediatrica. I consigli dell’ortopedico
Il periodo evolutivo presenta non poche difficoltà per qualsiasi branca della medicina. Tra i principali motivi troviamo la diversità dell’organismo rispetto al soggetto adulto, ma soprattutto i cambiamenti repentini che caratterizzano questo delicato periodo della vita di ogni persona.
«Il bambino, soprattutto nella prima infanzia-, sottolinea la Dott.ssa Maria Grazia Chiominto, ortopedico presso Anver Ambulatorio Polispecialistico – non riesce a comunicare concretamente e chiaramente circa il proprio stato e saper interpretare segni clinici diventa sostanziale». Dunque il ruolo dello specialista è fondamentale, così come l’atteggiamento dei genitori, sia nella prima fase di diagnosi che nelle fasi successive relative ad eventuali trattamenti proposti dall’esperto.
I consigli dell’ortopedico pediatrico
Un ruolo delicato quello dell’ortopedico pediatrico che tra le difficoltà maggiori che affronta c’è anche il condizionamento emotivo del bambino legato alla figura del medico. «Guadagnarsi la fiducia del piccolo paziente e creare un dialogo, quando possibile, diventa essenziale». Ribadisce la dott.ssa Chiominto che sottolinea come il bambino debba essere sottoposto a controlli ortopedici annuali regolari a partire dal terzo anno di età fino alla fine dell’accrescimento, mentre «in casi particolari in cui si evidenzino patologie prima dei 3 anni è ovviamente il pediatra di riferimento a suggerire ai genitori di interpellare uno specialista».
Controlli che spesso evidenziano più che patologie atteggiamenti fisiologici evolutivi esasperati. Tra quelli più frequenti troviamo il piede cavo associato a retro piede valgo o il ginocchio valgo, mentre in età adolescenziale frequenti sono i vizi di assialità a carico della colonna vertebrale (atteggiamento scoliotico, forme più o meno gravi di scoliosi idiopatica, accentuazione o riduzione, in alcuni casi perdita, delle curve fisiologiche cervicale, dorsale e lombo-sacrale) o processi infiammatori a carico delle cartilagini di accrescimento.
Come correggere una cattiva postura in tempo
«Attualmente è, fortunatamente, in netta diminuzione il riscontro di patologie perinatali come displasia evolutiva dell’anca (DEA), piede torto (nelle forme più gravi), che un tempo venivano diagnosticate con più frequenza e in alcuni casi tardivamente». Oltre ad un regolare controllo dallo specialista, l’ortopedico ricorda l’importanza dell’attività sportiva «da praticare con ritmo regolare a partire dai 3 anni di età per almeno 2 volte a settimana», ma anche un corretto trasporto del peso come lo zaino scolastico, portato a mano o sulle due spalle in modo equilibrato. Infine tra i consigli che raccogliamo dall’ortopedico pediatrico ha un ruolo rilevante la postura, soprattutto quando il bambino effettua attività sedentarie come: guardare la televisione, il computer, o quando fa i compiti.
«Sicuramente un controllo clinico accurato e dettagliato -, conclude la Dott.ssa Chiominto -a cui possono seguire indicazioni o prescrizioni di presidi di sostegno, è sempre raccomandata per poter intervenire sull’evoluzione di eventuali deformità riscontrate e limitarne gli esiti nel tempo».
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