Adolescenza e psicologia. L’ascolto unica via per arginare le fragilità
L’adolescenza è un periodo della vita burrascoso, dove protagonista è la rottura delle regole e la ribellione verso i modelli socio-culturali di appartenenza.
Un andare “contro”, che gli psicologi definiscono necessario per definire la propria identità di persona. Oggi però la società presenta adolescenti sempre più fragili e disorientati a causa di un eccessivo utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, ma anche di un diverso rapporto genitori e figli.
«Gli adolescenti rispetto a un po’ di anni fa sono più fragili -, ci spiega il dott. Marco Orlando, del servizio integrato per adolescenti – perché i genitori intervengono di più nella loro vita, tendono a difendere i figli e non questionano su quello che essi dicono, come se ci fosse la paura che la società metta in discussione il loro ruolo di genitori. Questo comporta come conseguenza un indebolimento psicologico dei figli adolescenti».
Dunque un rapporto quello tra genitori e figli che sta cambiando enormemente, basato su una protezione eccessiva che arriva perfino a non riconoscere l’autorità di altre figure educative, come quella degli insegnanti. «Questo cambiamento investe principalmente la famiglia e la genitorialità-, prosegue il dott. Orlando – perché l’educazione che arriva dalla scuola è secondaria, si parte dalla famiglia, poi la scuola viene di conseguenza. I genitori si sentono così legittimati ad un intervento nella vita dei figli, arrivando anche a gesti estremi come spesso la cronaca ci racconta».
Modelli di riferimento che i giovanissimi attingono dal mondo dei social network, come gli ormai famosi youtuber, ovvero giovani che parlano ad altri giovani attraverso il web. Certo nessuno nasce genitore, ma oggi appare chiaro come troppo spesso non venga accettato il ruolo di gerarchia genitore-figlio, importante all’interno di ogni famiglia.
«I genitori si pongono da amici, si mettono allo stesso livello dei figli -. Prosegue lo psicologo – di conseguenza perdono forza e viene meno per l’adolescente quella possibilità di scontro che invece è necessaria in questa fase di sviluppo per creare una identità».
Il quadro dipinto appare preoccupante, con un aumento di ansie e paure tra gli adolescenti, ma anche difficoltà di concentrazione nello studio. «Questi giovani sono coinvolti in mille attività, sempre in movimento, la noia non è contemplata -, afferma il dott. Orlando – perché significa pensare anche a sé stessi e guardarsi dentro, ma questo stare in movimento alla fine incide sullo sviluppo dell’identità e sulle loro relazioni che spesso sono basate sui Like dei social network».
Un rischio quello di avere adulti fragili in un domani, che aumenta, ma a tutto c’è un rimedio, come conclude il dott. Orlando «è necessario lavorare insieme ai genitori per farli riflettere e spiegargli come porsi in maniera diversa con i propri figli, rafforzando il dialogo e responsabilizzandoli di più».
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!